Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nella tua professione.

La professione di psicologo

Essere psicologi può essere molto complesso, esserlo da giovani ancora di più. Ma non dovrebbe essere così, dovremmo poter disporre degli strumenti adatti a sviluppare la nostra professione fin da subito.

Non mi riferisco agli strumenti teorici, clinici a cui provvedono le università e le scuole di specializzazione in psicoterapia. No, mi riferisco a tutta una serie di aspetti che sviluppano la mentalità adatta a costruire la propria identità professionale.


Costruire l’identità professionale

L’identità professionale si costruisce nel momento in cui la professione la si esercita, non a priori in forma astratta o ipotetica. È questo il grande paradosso degli psicologi: nell’attesa di meglio definire la loro identità professionale non fanno esperienza, generando un cortocircuito.

A 23 anni avevo tanti sogni e la determinazione a lavorare subito come psicologo. Mi sono chiesto che cosa dovessi fare per evitare di entrare in quel tunnel di tirocini non retribuiti, di scuole di specializzazione costose, di serate a fare il cameriere.

Ho pensato alla mia professione in un senso più ampio, più orientato strategicamente e ho sviluppato i primi progetti, le prime idee che hanno alimentato la mia determinazione e la fiducia di poter riuscire a realizzarmi come psicologo. All’inizio non è facile, hai il timore di poter sbagliare, di essere solo un sognatore, di non saperti accontentare, di essere eccessivamente preoccupato per il futuro.

Devi costruire un sottile equilibrio retto su due piani: da una parte studi la teoria, ti occupi della tua formazione personale, dall’altra sviluppi un senso imprenditoriale, commerciale. Inizi così a capire che essere psicologo nel 2021 significa anche fare i conti con aspetti che non ti hanno raccontato: come acquisire clienti; con quali criteri scegliere di riporre fiducia in colleghi; come fare pubblicità rispettando il codice deontologico e potrei andare avanti.

Oltre a questo, ci sono altri aspetti da considerare e hanno a che fare con la propria soggettività. Prima di tutto scegliere un proprio orientamento teorico all’interno del quale sviluppare e affinare le proprie capacità terapeutiche. In secondo luogo, individuare una propria mission professionale. Che tipo di persona voglio essere come professionista, come mi differenzio dagli altri, come mi posiziono nella mente del cliente e dei pazienti?


Realizzarsi nella propria professione

Dopo, posso iniziare a chiedermi che cosa posso fare per riuscire a realizzarmi nella mia professione.

Ecco alcune domande che mi sono state molto utili.

  • Ho una rete a disposizione? Se non ce l’ho, ho qualche idea su come costruirla?
  • Ho individuato un orientamento teorico in cui mi trovo a mio agio? Se non sono riuscito a farlo, esiste qualcuno che mi può aiutare a farlo?
  • Ho intenzione di espormi, di utilizzare la mia immagine? So farlo in modo efficace e adeguato? Se non so come farlo, come posso imparare a farlo?
  • Ho capito a fondo che tipo di professionista voglio essere? So quindi generare obiettivi, idee a partire da questo?

L’ultima domanda credo che sia la più importante e che abbia a che fare con l’espressione utilizzata nel mondo del marketing “trovare la propria stella polare”. Significa che se io inizio a capirmi come professionista, a meglio definirmi, sono in grado di generare un riferimento costante (come la stella polare) in grado di guidarmi nei vari bivi che mi troverò ad affrontare nella mia vita professionale.


Inseguire la propria stella polare

La mia stella polare è sempre stata quella di poter aiutare i pazienti a cambiare, a stare meglio. Occuparmi di professionisti è un altro modo indiretto che ho trovato per seguire ugualmente quell’obiettivo.

Prima di pensare agli altri professionisti, mi sono occupato della mia professione, ho acquisito sul campo un metodo, un processo, un modo di pensare per potermi districare in un mercato seppur molto saturo, a mio parere leggibile.

Minders, la prima business community italiana per psicologi e psicoterapeuti

Per cui se non riesci ad avere pazienti, se sei preoccupato per il tuo futuro, se non sai cosa vuoi fare della tua professione, io ti capisco, ci sono passato anche io.

Un anno fa ho pensato a Minders, la prima business community italiana per psicologi e psicoterapeuti.

Sai cos’è una business community? Essenzialmente è una comunità di persone che è interessata alla propria crescita professionale e che si aiuta reciprocamente in questo. Ogni settimana mettiamo a disposizione della community spunti di crescita professionale e ci rendiamo disponibili ad aiutarli.

Credo fortemente che ognuno di noi debba essere il cambiamento che vuole vedere nella propria professione. Ho preso in prestito questa frase da Gandhi, mi perdonerà se quando l’ha usata non si riferiva al lavoro ma l’ho trovata talmente efficace che non ho resistito.

Se sei uno psicologo o uno studente in procinto di laurearti e ti senti disorientato, ora hai un posto in cui ritrovarti e si chiama Minders.

15 May 2021
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L'autore

Riccardo Manini

Founder

  Commenti: 4


  1. Ciao Riccardo, ammiro molto la determinazione che metti nel progetto che hai creato.
    Devo dirti che, da giovane psicologo neoabilitato (due mesi fa), iscritto al primo anno di una scuola di specializzazione in psicoterapia, sono molto spaventato e turbato. Non so se sia capitato anche ad altri colleghi, questa cosa secondo cui le difficoltà del nostro lavoro crollano addosso solo nel momento in cui ci si abilita, ma a me è capitato così. Nonostante ho sempre saputo che il nostro campo non fosse facile, ho sempre avuto la fiducia di credere che qualcosa lo avrei iniziato a fare, mentre ora questa è una fiducia che ho perso.
    Ora per fare entrare un po’ di soldi sto facendo un lavoro totalmente diverso, svalutante rispetto al mio essere psicologo seppur ben retribuito, e sono in attesa dell’avvio del servizio civile per un progetto per cui sono stato selezionato. L’associazione per cui dovrei svolgere il progetto è un’associazione che ha a che fare con minori a rischio di dispersione scolastica. A parte il non sapere se è una scelta giusta per la mia formazione professionale e se effettivamente il progetto partirà (le cose sono in stallo per ora), io sono molto disorientato su come costruire la mia professione di psicologo. Non ho una vera rete a cui rivolgermi, non mi sento affatto pronto per iniziare una libera professione e l’unica cosa che mi sento di poter iniziare a fare è lavorare nel sociale, ma vedo che non è facile né molto retribuito. Un’altra ipotesi sono i dottorati (anch’essi non facili) o i concorsi, spesso in posti molto lontani dalla propria città o che comunque richiedono uno studio che ora come ora non mi sento di riuscire a sostenere…

    Insomma… È capitato a qualcuno di avere queste battute di arresto, di essere sopraffatto dalle angoscie di non riuscire, di pensare che le proprie scelte siano state sbagliate? So che il mio è un commento angosciante, ma per me è importante sentire il parere di qualcuno che, come tu dici Riccardo, ha avuto a sua volta paura. A volte mi sento io sbagliato nel sentirmi così disorientato e avvilito…

    Grazie

    • Riccardo Manini


      Ciao Francesco, ti faccio i complimenti per il coraggio e la trasparenza del tuo commento, mi ha colpito sinceramente.

      Capisco benissimo quello che stai passando, ci sono passato anche io e altri colleghi.
      Credo che possa essere un periodo molto doloroso ma decisivo per iniziare a disporre i giusti tasselli per costruirsi il proprio futuro.

      Voglio dirti che noi ci siamo, puoi iscriverti alla nostra community quando vuoi ed entrare in contatto con tante persone che come te condividono dubbi e timori ma anche soluzioni ed esperienza.

      Abbiamo anche la possibilità di intraprendere percorsi di consulenza professionale, siamo orientati proprio verso i giovani psicologi e mettiamo il nostro team a disposizione per aiutarli ad uscire da momenti contraddistinti da battute di arresto.

      Sai dove trovarci, se hai bisogno, non sei solo!
      Ti mando un abbraccio collega.

  2. Marialaura


    Davvero una bella iniziativa, complimenti!

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